Spettacolo teatrale Caligola
Lo spettacolo teatrale Caligola ha rappresentato l’Italia in Spagna, riscuotendo uno straordinario successo di pubblico e di critica, nei due Festival internazionali di Italica(Siviglia) e Baelo Claudia (Cadice), ha celebrato la nascita il centenario della nascita di Albert Camus a Roma, a Castel Sant’Angelo nell’ambito della manifestazione “Notti d’estate a Castel Sant’Angelo“.
Eventi di maggiore rilievo dello spettacolo:
- Ha partecipato alla XXXIX^ edizione del Sannita Teatro Festival 2013 per la direzione artistica di Mario Baldini
- Ha celebrato il centenario della nascita di Albert Camus a Castel Sant’Angelo nell’ambito della manifestazione “Notti d’estate a Castel Sant’Angelo 2013”
- Recitato in spagnolo (con cast in parte spagnolo)ha rappresentato l’Italia in Spagna nei due Festival Internazionali di Teatro negli anfiteatri di Siviglia e Cadice riscuotendo uno straordinario successo (tutto esaurito in entrambe le occasioni) di critica e di pubblico;tant’è che sull’onda del successo, è stata fondata una compagnia gemella il Roma Teatro Estudio che continua ad operare attualmente in Spagna.
- Ha partecipato all’Anfiteatro Festival(Piccolo Colosseo) che, come si legge nella presentazione della manifestazione, è “un punto di riferimento per gli eventi di eccellenza che vengono proposti nella regione Lazio” (aperto da Uto Ughi, con la partecipazione del Balletto di Roma, Opera lirica a cura di Europa Musica, Moni Ovadia, etc.) registrando con il suo “Caligola” il tutto esaurito nel giorno di Ferragosto.
- Ha partecipato allo storico Festival Internazionale delle Ville Tuscolane a cui hanno partecipato negli anni i più importanti nomi del panorama teatrale italiano registrando anche in questa occasione il tutto esaurito.
- Con il patrocinio della Regione, della Provincia e del Comune di Roma, alla presenza degli ambasciatori di Grecia, Belgio e Olanda e alla presenza d’importanti personalità del mondo della politica, dell’arte (tra cui Silvana Pampanini che dopo aver visto lo spettacolo, ha deciso d’essere la madrina del Festival diretto dal nostro direttore artistico) nella quanto mai appropriata cornice dei Fori imperiali, è stato l’evento di punta della manifestazione “Notti d’estate a S.Teodoro al Palatino” – ad un passo dai ruderi del palazzo che fu dell’Imperatore romano Caligola.
- Con il patrocinio della regione e della Provincia, ha partecipato alla manifestazione “Palcoscenico Extraurbano”.
- Ha partecipato sempre con “Caligola”alle manifestazioni di riapertura del Teatro Artemisio – “Gian Maria Volonté” (tra cui figuravano, tra gli altri, Giorgio Albertazzi, Gene Gnocchi, Eugenio Finardi).
- In progetto la rappresentazione nel Museo delle navi romane di Nemi(Rm), dove sono conservate le riproduzioni delle navi-tempio di Caligola, sotto il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma, nonché della Sovrintendenza dei beni culturali (che nella persona della Direttrice Dott. Giuseppina Ghini, dopo aver visto lo spettacolo in due occasioni, con una lettera ufficiale ha definito l’opera “di notevole valore artistico” )
Mise en scène
Il nostro spettacolo “Caligola” di Albert Camus per la regia di Gennaro Duccilli ha il suo prologo sulla riva settentrionale del lago di Nemi presso Roma,lì dove esisteva, ed esiste ancora, il santuario di Diana, che vanta origini antichissime: sicuramente anteriori al V secolo a.C.
Caligola fece costruire sul lago, per celebrarvi riti e feste in onore della dea (onorata nella sua trasposizione orientale in Iside), due gigantesche navi portatrici di costruzioni in muratura. Nessun autore dell’antica Roma ha mai citato tali navi che,non si sa quando e perché, finirono in fondo al lago e furono recuperate negli anni ’20 del secolo scorso. Un’ipotesi è che Caligola, odiato per la sua dissolutezza e crudeltà, fosse stato colpito dalla damnatio memoriae, cioè la distruzione di ciò che una persona, particolarmente odiata, aveva compiuto in vita.
Il lago di Nemi era lo specchio di Diana-Iside-Drusilla. Sì Drusilla,l’amatissima sorella-amante-Dea la cui morte cambierà il destino di Caligola. La spettacolarizzazione delle religiosità di origine orientale è indicativa della mancanza di una fede autentica, di una Spiritualità intimamente vissuta e sentita in Caligola, già prima del manifestarsi della sua follia. La crisi dei valori è qui espressa in tutta la sua portata di devastazione. La religione antica non poteva più rispondere alle esigenze degli uomini; Caligola si fa dio perché nessun dio può più porre limite al suo potere e rispondere alle sue angosce.
Caligola, che in principio viene definito come un imperatore ideale, con la perdita della sorella amante scopre che esiste la morte.
Da quel momento niente sembra più credibile. Il vuoto lasciato nell’anima dall’assenza d’amore non può essere colmato da niente, perché non vi è fede credibile e quando si muore, semplicemente “non si è più”.
Questo mondo così com’è non è sopportabile. Solo accettando la Finitezza, la condanna che tutti sovrasta, si può essere liberi perché la vita non ha senso se non nella Morte. Accettando la mancanza di un dopo, l’assenza di un senso oltre la vita presente, Caligola spinge la sua logica fino alla estreme conseguenze, in un crescendo di follia omicida senza più limiti, si fa dio e Artifex del proprio destino, diventa quella peste che gli anni del suo impero non hanno conosciuto: vuole essere la rivoluzione e la consapevolezza della caducità e del dolore, vuole erigersi a simbolo della morte e dell’unicità della vita. Eppure non riesce a non desiderare la luna, agogna di possedere la luna-Drusilla negli specchi, dialoga con la sua ombra e ne ascolta la voce di chi ha perduto. Si tortura nella ricerca dell’Impossibile cadendo nel gorgo di una “notte pesante come il dolore umano”.
Caligola è devastato dal disprezzo per la vita mediocre e insignificante che lo circonda e dall’insopprimibile necessità di ritrovare il proprio passato. Un passato in cui possedé la luna, in cui non c’era un dio ma la vita sembrava ancora ricca di un senso, un senso troppo umano che, non difeso da nulla, si decompone nelle sue mani col corpo di Drusilla. Caligola si lascia morire nella congiura che lo circonda sempre più dappresso.
La sua vita si chiude trionfalmente nella morte verso la storia. Ma non si conclude lo spettacolo che vede risolversi: nel mito, in una luna che Iside fa cadere in una pozza d’acqua; il mito va dove non può arrivare la storia, lì dove anche il dolore per un’assenza pone in essere ciò di cui si sente la mancanza, nell’aldilà dello specchio.
Caligola, regista e protagonista, fa alzare il fondale e il mondo tutto diventa un palcoscenico.
Inizia la messinscena dell’ossessivo ed estremo tentativo umano di raggiungere l’Impossibile. E tutti quanti noi non siamo che spettatori.